Prendi il coraggio a due mani
“Prendi il coraggio a due mani,
esercita tutta la tua vigilanza,
convoca tutti i doni che la natura ha voluto darti.
E poi lascia che il tuo senso del ritmo si insinui tutto intorno
agli uomini e alle donne, agli autobus e ai passeri,
qualunque cosa tu veda per strada, finché riuscirai a legarli tutti in un insieme armonico.
Questo è forse il tuo compito: trovare una relazione tra le cose che sembrano incompatibili
eppure hanno un’affinità misteriosa, assorbire ogni esperienza senza paura e saturarla completamente, affinché la tua poesia sia un tutto invece che un frammento”
[Virginia Wolf]
LA MIA LETTURA della POESIA:
“Prendi il coraggio a due mani”: esortazione e al tempo stesso immagine potente!
Coraggio di osare, di iniziare, di lasciare, di combattere, di cambiare, di osservare, di ascoltare, di fallire, di finire, di evolvere, di chiedere.
Il coraggio (dal latino coratĭcum o anche cor habeo, aggettivo derivante dalla parola composta cŏr, cŏrdis ’cuore’ e dal verbo habere ’avere’: avere cuore), chiamato anche valore o prodezza, è la scelta e la volontà di affrontare la sofferenza, il dolore, il pericolo, l’incertezza o l’intimidazione.
Il Coraggio è un valore prezioso e al contempo ‘ingombrante’: non è solo virtù, ma anche impegno; va raccolto (e coltivato) con tutte le forze, con entrambe le mani appunto.
“Esercita tutta la tua vigilanza, convoca i doni che la natura ha voluto darti”: come persone dobbiamo esercitare la responsabilità, partendo da noi stessi e dallo sviluppo delle nostre potenzialità.
Siamo chiamati prima di tutto a sentire (vivere a pieno) la vita e a dare un senso a quello che facciamo, qualunque sia il nostro progetto.
“Trovare una relazione tra le cose”: avere fiducia nelle connessioni, senza farci condizionare da pensieri o giudizi (interni ed esterni) e ricercando un certo bilanciamento.
“Assorbire ogni esperienza senza paura e saturarla completamente”: vivere autenticamente, compiere ogni passo per quello che è, attraversando il presente affinché la “nostra poesia” (la vita) possa essere un Tutto.
Alla fine della nostra esistenza quello che farà la differenza sarà la “visione d’insieme”; non i dettagli, non le volte in cui abbiamo fallito, non le occasioni perse, ma ciò che abbiamo coraggiosamente fatto.
L’AUTRICE
Adeline Virginia Woolf nasce il 25 gennaio 1882 a Londra e cresce in un ambiente intellettuale privilegiato.
Dopo la morte dei genitori, si trasferisce nel quartiere di Bloomsbury (Londra) con la sorella Vanessa, dove fonda il famoso Bloomsbury Group, un circolo di artisti, scrittori e intellettuali che influenza profondamente la cultura britannica dell’epoca.
Nel 1912 sposa Leonard Woolf, con cui fonda la Hogarth Press, casa editrice che pubblicherà molti dei suoi lavori, oltre a opere di autori emergenti come T.S. Eliot e Sigmund Freud.
Scrittrice, saggista e attivista britannica é considerata una delle figure piú influenti della letteratura del XX secolo.
Si è distinta per il suo stile innovativo grazie all’utilizzo della tecnica del flusso di coscienza, che permette ai lettori di entrare direttamente nella mente dei personaggi, rivelando i loro pensieri e sentimenti in modo intimo e non lineare. Questo approccio consente un’esplorazione profonda della psicologia umana e delle complessità delle relazioni interpersonali. La scrittrice, infatti, era convinta che la narrazione degli eventi in ordine cronologico fosse superficiale e inadatta a presentare la vita; ciò che desiderava era dare voce al mondo interiore dell’uomo.
Le tematiche centrali delle sue opere includono il femminismo, l’identità, la percezione del tempo e la condizione umana.
Donna dai valori profondi e estremamente sensibile, brillante e coraggiosa, è stata cosí grande, ma anche così fragile…La sua vita, segnata da lutti familiari precoci e dalla devastazione della guerra, fu oscurata da crisi depressive ed esaurimenti nervosi, tanto che nel 1941 si suicidò riempendosi le tasche di pietre e gettandosi nel fiume Ouse.
Tuttavia Virginia Woolf vive attraverso le sue opere, sempre vivide e attuali.
Di questa poesia mi piace pensare che l’idea della scrittrice fosse proprio quella di ricordarci di praticare la virtù del Coraggio…
Dal mio punto di vista, non dobbiamo intendere il coraggio come la capacità di realizzare “grandi imprese”, ma quella più essenziale, ma mai scontata, di essere noi stessi; soprattutto nel mondo attuale dove l’apparenza spesso prevale sulla sostanza.
Come insegna il coaching, il coraggio è una virtù ma anche una scelta, che va coltivata ogni giorno a “piccole dosi”, attraverso un processo costante, fatto di cadute, errori, esperienze e nuovi tentativi…
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